Emergenza Haiti
Haiti, 12 gennaio 2010: l'inizio di un incubo.
Da quel giorno sono innumerevoli le immagini di morte, disperazione e distruzione che raggiungono ogni angolo del mondo: tende come ospedali, adulti e bambini distrutti dal dolore, feriti gravissimi, il numero di morti in costante aumento, il
caos più totale.
I danni provocati dal terremoto alle infrastrutture sono notevoli, tanto da rendere difficilissimo sia comunicare sia muoversi. Regna l'insicurezza da un capo all'altro del paese ed il passaggio degli aiuti umanitari viene garantito solo dalla scorta dei
Caschi blu dell'ONU. Il rischio del diffondersi di epidemie è grandissimo.
Quasi la metà della popolazione haitiana è costituita da bambini e ragazzi che adesso, ritrovandosi orfani o dispersi, corrono più che mai il rischio di essere rapiti dalle organizzazioni malavitose ed essere sfruttati.
L'
UNICEF si sta impegnando su due fronti: quello della
prima assistenza e quello della creazione di due centri di accoglienza per la fase successiva al ricovero dei bambini che potranno essere censiti e si potranno cercare le loro famiglie o inserirli in diversi programmi di protezione: sono tanti coloro i quali non hanno più nessuno.
All'
UNICEF è stato affidato l'incarico di coordinare tutte le attività umanitarie nei settori dell'igiene e dell'acqua: acqua che scarseggia non solo per le vittime del terremoto ma anche per gli operatori.
Negli ospedali da campo non è possibile eseguire operazioni chirurgiche, i farmaci e gli strumenti sono ridottissimi.