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Emergenza in Pakistan, 6 mesi dopoQuando un Paese viene colpito da una
calamità naturale, interveniamo
subito e l’attenzione dell’opinione pubblica, per il primo periodo è focalizzata sugli sviluppi della situazione.
Intervenire all’indomani di una calamità è fondamentale per
limitare i danni ma, con il
passare del tempo si tende a
dimenticare quanto ancora va ricostruito.
È il caso del
Pakistan, colpito dalle terribili
alluvioni della scorsa estate. Gli
aiuti sono arrivati subito e la
popolazione sta pian piano ritornando alla
normalità.
È però
necessario non dimenticare e proprio in questa
fase di ricostruzione e ritorno alla normalità, non far venire meno l’aiuto garantito sin dai primi giorni.
A
6 mesi dalla
catastrofe sono ancora
milioni le persone
sfollate, le acque si sono ritirate quasi del tutto lasciano però cumuli di
macerie: intere
strade impraticabili,
edifici distrutti, pali della
luce ormai inutilizzabili,
acqua non potabile,
condizioni igieniche precarie ed ovviamente, a causa del
freddo, anche
malattie respiratorie in costante aumento.
Se oltre 10 dei 20 milioni di sfollati sono ritornati alla propria vita, ancora
7 milioni di abitanti sono
senza gli
aiuti sufficienti e esposti al rischio della
malnutrizione: minaccia letale, soprattutto per i
bambini.
È a loro che si rivolge l’attenzione dell’
UNICEF in questo momento, cercando di non far dimenticare all’
opinione pubblica che
oltre il silenzio, ci sono realtà di
sofferenza contro cui
continuare a combattere!
UNICEF lo fa.. e tu?
Se vuoi saperne di più, sali sull’
Infobus UNICEF Martedì 1 Febbraio dalle
15,00 alle
17,00!
Gli
esperti UNICEF ti aspettano,
non mancare!