
Un ciclone violentissimo, dal nome Nargis, si è abbattuto nella notte tra il 2 e il 3 maggio nello Stato asiatico del Myanmar (l'ex Birmania). Il ciclone è stato il peggiore disastro naturale degli ultimi anni, paragonabile persino al tremendo tsunami che fece centinaia di migliaia di morti nel dicembre 2004.
I venti fortissimi (240km all’ora) hanno distrutto quasi il 50% degli edifici tra cui case, scuole e ospedali.
Tantissimi bambini hanno perso la vita e tanti altri sono rimasti orfani dopo il passaggio del ciclone.Tutti hanno vissuto un'esperienza traumatica, e ora devono affrontare un futuro incerto. Myanmar è un paese molto povero, governato da una giunta militare estremamente dura e violenta, che non sembra in grado di fare molto per aiutare la popolazione. Molte organizzazioni umanitarie sono state bloccate ai confini del paese, ma per fortuna l'UNICEF - che qui lavora stabilmente dal 1950 e ha uno staff composto da esperti e volontari locali - non ha finora incontrato alcun ostacolo.
L’UNICEF sta distribuendo, come sempre in questi casi, aiuti di emergenza: tende, medicine, alimenti per l'infanzia, e soprattutto sostanze per rendere potabile l'acqua.
Adesso il rischio per chi è sopravvissuto è che il mondo si dimentichi in fretta di questa tragedia, proprio quando c'è più bisogno di aiuto.