Terremoto in CinaIl pomeriggio del 12 maggio i bambini che abitano nella provincia del Sichuan si trovavano a scuola, come tutti i giorni. E come tutti i giorni c’era chi scriveva, chi imparava a leggere, chi disegnava, chi cantava, chi faceva le divisioni e chi ascoltava la maestra raccontare una storia.
Alle 14.30 tutti hanno sentito una scossa fortissima che ha fatto tremare i banchi, i vetri e le porte. Un terribile terremoto stava distruggendo le loro scuole e le loro città.
Molti sono riusciti a scappare e mettersi in salvo. Ma tantissimi alunni e insegnanti sono rimasti sotto le macerie.
Le scuole (7.000 sono completamente distrutte, altre hanno subito lesioni) sono spesso diventate la tomba per i bambini e i ragazzi che vi si trovavano al momento della scossa. Sembra che molte avessero gravi difetti di sicurezza, perché i costruttori avevano risparmiato sulla qualità dei materiali edili.
Il terremoto in Sichuan ha fatto quasi 90.000 morti, e milioni di senzatetto. Tanti bambini ora hanno perso tutto: la casa, la scuola, spesso anche i familiari.
Il governo cinese ha affermato che il ritorno a scuola dei bambini è una priorità assoluta. L’UNICEF si sta impegnando per dare ai bambini del Sichuan aule provvisorie (spesso in tenda), libri, quaderni, e sta riparando gabinetti e impianti idrici negli edifici lesionati. Perché tornare a scuola è importante in sé, ma è anche un modo per ritrovare un senso di normalità e superare il trauma del terremoto.
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